PAROLACCE NO, FACCE SPACCATE SI

( di Antonella Colosi, IV A CL)

“Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”

Pisa, 23 febbraio -  Un gruppo di studenti e studentesse del Liceo artistico è stato manganellato dagli agenti della polizia in assetto antisommossa. Gli studenti manifestavano solidarietà al popolo palestinese. La manifestazione era stata organizzata dal Collettivo Universitario Autonomo Pisa e Cambiare rotta, quest'ultima formazione giovanile comunista. L’obiettivo era arrivare davanti alla sede della Normale, date le contestazioni portate avanti contro il sistema di formazione e informazione nazionale, reo, secondo gli attivisti, “di condurre una continua narrazione errata e manovrata che promuove ed incentiva la guerra coloniale di Israele. Le nostre scuole ed università agiscono in maniera mirata su di noi insieme ai media e alla televisione nazionale, utilizzati per portare avanti un’ideologia politica ben chiara. Le stesse dichiarazioni della Rai che in questi giorni sono state oggetto di dibattito nazionale sono espressione di una narrazione sionista, stabile e bellicista che giustifica un genocidio che conta decine di migliaia di morti.”

Un abuso di potere e violenza mirata a zittire chi protesta un po’ troppo, a fermare le voci di chi ha ancora speranze per il proprio Paese, con la fiducia nell’attivismo e nella libertà di espressione e opinione. Dovremmo preoccuparci quando arriverà il giorno in cui gli studenti, in una società complessa come la nostra, non protestassero più contro quello che viene deciso sopra la loro testa. Ma c’è chi si preoccupa di dare una medaglia alla polizia, di elogiare il suo operato, perché in Italia è giustificabile, secondo qualche deputato della Lega, massacrare dei minorenni disarmati, che stavano svolgendo pacificamente una manifestazione contro la guerra. Interviene così il deputato Ziello che spera in punizioni nei confronti degli studenti: “Solidarietà alle forze dell’ordine, auspico un daspo e denunce verso i manifestanti.” Dunque per la Lega bisogna avere solidarietà per chi sfoga la rabbia repressa, spaccando le facce di innocenti e auspicare un daspo per chi ha semplicemente esercitato un suo diritto sancito nell’articolo 21 della Costituzione italiana. Ma il Vicepresidente del Consiglio Tajani, ci informa che fosse “una manifestazione non autorizzata”. Ora dovremmo chiederci come mai una manifestazione di solidarietà al popolo palestinese non venga autorizzata, in un Paese che si definisce contro la guerra, promotore della difesa di ogni libertà e della serena e pacifica diffusione di idee. “Giù le mani dalle forze dell’ordine” replica Salvini, vicepresidente del Consiglio. Neanche una parola di difesa per gli studenti picchiati, ma solo punizioni per sottolineare ancora che va portato rispetto per chi detiene il potere. Però a quanto pare, in Italia è palese, come si possa manifestare indisturbati solo facendo il saluto romano, com’è avvenuto ad Acca Larenzia, ottenendo così l’indifferenza della polizia e il sostegno del governo italiano. Ma anche in questo caso ci sarebbe una giustificazione: quella era una commemorazione. E ancora ci si chiede: perché i giovani italiani vanno a studiare all’estero lasciando per sempre il loro Paese? Questo avvenimento è una chiara dimostrazione: l’Italia ha fallito. Lascio un invito a tutti i giovani, citando alcuni versi di uno dei capolavori del cantautore Roberto Vecchioni, Sogna ragazzo, sogna, un’esortazione a non smettere mai di sognare e sperare:

Sogna, ragazzo sogna

Quando cade il vento ma non è finita

Quando muore un uomo per la stessa vita

Che sognavi tu

 

Sogna, ragazzo sogna

Non cambiare un verso della tua canzone

Non lasciare un treno fermo alla stazione

Non fermarti tu