Ogni anno
molti dei nostri diplomati affrontano test presso prestigiose università,
italiane e straniere, con eccellenti risultati.
Vi proponiamo un’intervista a Gianfranco Zirilli, ex 5C del
Liceo Scientifico, che ha superato una dura selezione per entrare alla classe
di Scienze della Scuola Normale di Pisa.
Cosa ti ha spinto a scegliere la Normale?
I miei
genitori ed il desiderio di “fare altro”.
Ad inizio anno, infatti, mi trovavo ancora un po’ disorientato su cosa
fare: sapevo di voler fare i test di ingresso al Politecnico di Torino ma non
ero certo su quale indirizzo scegliere, in quanto ciascuno mi sembrava troppo
“settoriale” mentre mi sarebbe piaciuto approfondire vari ambiti
contemporaneamente. Sono stati loro a suggerirmi di provare ad entrare, prima
all’università di Cambridge e poi alla Normale di Pisa. Inizialmente,
sembravano obiettivi irraggiungibili, ma in effetti, proprio la “sfide”, oltre
che il gran prestigio delle università in sè, mi hanno stimolato a mettermi in
gioco e tentare gli esami di ingresso.
Con tanto
impegno e con un po’ di fortuna sono riuscito a superare sia le prove scritte
della Normale che quelle della S. Anna, un’altra prestigiosa “scuola di alta
formazione”. Mentre nella classe di Scienze della Normale si possono studiare
materie più “teoriche”, come Matematica e Fisica, la S. Anna offre la
possibilità di frequentare facoltà più “tecniche”, come ad esempio Ingegneria.
È stato proprio questo il criterio discriminante fra le due.
Sebbene inizialmente fossi propenso a studiare ingegneria aerospaziale,
confrontando i corsi all’università e le lezioni aggiuntive offerte dalle
rispettive scuole, mi sono accorto che non solo le materie che più mi
spingevano verso ingegneria le avrei potute studiare anche nel corso di fisica,
ma in quest’ultima avrei avuto anche la possibilità di affacciarmi ad una più
grande varietà di materie, alcune appartenenti anche ad ambiti della ricerca
più all’avanguardia.
Quali aspettative avevi
al momento di fare il test?
Non avevo
molte aspettative: ho studiato molto nel corso di quest’estate e proprio per
questo motivo ero ben conscio dei miei limiti. All’inizio, ovviamente, erano
ben pochi gli esercizi che riuscivo a completare in maniera esaustiva, ma con
l’allenamento sono migliorato, pur non sentendomi completamente in grado di
superare l’esame. In effetti però penso che sia quasi impossibile sentirsi veramente
pronti per un esame di questo tipo. La varietà di esercizi, per tipologia e
argomento, rendono necessario un bagaglio di conoscenze che è difficile da acquisire
ed anche da conservare nel tempo.
Confrontarmi con ragazzi più bravi di me è stata una sfida.
In fin dei conti sapevo che, indipendentemente da come sarebbe finita, ne sarei
uscito “vincitore”: in primo luogo, poiché mi sarebbe stata data una
grandissima opportunità di studio, se avessi superato la selezione; in secondo
luogo, perché con la l’obiettivo degli esami, ho avuto la possibilità di
spingermi oltre i miei limiti e migliorare molto in poco tempo.
Quali difficoltà hai
incontrato?
Lo studio
indubbiamente è stata la parte più faticosa. Ho dovuto riprendere l’intero
programma delle superiori e ristudiarlo in modo molto più approfondito. Grazie
a conoscenze che si acquisiscono in quinto è possibile approcciarsi in modo
nuovo e più “esatto” agli argomenti dei primi anni.
Per la preparazione devo ringraziare anche i miei professori,
in particolar modo la prof.ssa Armeli, che nel corso dell’anno scolastico mi ha
aiutato a correggere soluzioni di esercizi sui cui avevo dei dubbi e prepararmi
alle prove orali, e la professoressa
Roncaglia, che mi ha costantemente incoraggiato nel periodo in cui mi sono
preparato.
Cosa consiglieresti
ai ragazzi che devono scegliere quale cammino intraprendere?
Consiglio a
tutti coloro che ne hanno voglia di mettersi in gioco e approfondire. In fin
dei conti, non sono i “geni” che entrano alla Normale, io di sicuro non lo
sono. È tutta gente che ha dedicato tanto tempo ad esercitarsi, a provare a
risolvere esercizi, e ad “andare oltre”. In verità, consiglio a tutti, non solo
agli appassionati di fisica e matematica, o a coloro che vorrebbero fare
ricerca nel futuro, di provare a risolvere alcuni degli esercizi proposti negli
anni passati. Infatti, sono tutti molto stimolanti in quanto, indipendentemente
dal riuscire a risolverli o meno, si impara sempre qualcosa. Ad esempio, dagli
esercizi di fisica si può iniziare ad interpretare le onde gravitazionali,
spingersi ancora più in là con la materia oscura, o restare sulla terra e
“stimare il raggio di una goccia d’acqua” o capire come si muovono le onde del
mare. Esercizi all’apparenza difficili o addirittura impossibili senza avere conoscenze
nel settore specifico, ma che poi si risolvono semplicemente ragionando.
È proprio in questo che risiede la bellezza di questi
esercizi, ti insegnano a ragionare e a sfruttare appieno le capacità della
nostra mente.
A Gianfranco grazie per averci rilasciato l’intervista; a
tutti voi, ragazzi, l’augurio che le sue parole vi siano di incentivo per
inseguire i vostri sogni, anche quelli apparentemente irraggiungibili, con
caparbietà e fiducia.