La pallavolo . . .

(di Giulia Bevacqua, I A Liceo Scientifico)
Chiudo gli occhi, sento l’odore della gomma della palestra, l’attrito delle scarpe mentre si corre per il riscaldamento, le voci delle compagne, il tocco delle mani, la palla che rimbalza, il fischio d’inizio.
Il cuore rimbalza nel petto. Nervosa mi sistemo l’elastico tra i capelli, faccio il doppio nodo alle scarpe e mi avvio in fondo al campo. La mia mano fa rimbalzare con colpi secchi e decisi la mia amica palla, il rumore riecheggia in tutto il palazzetto, con un gesto sicuro la faccio volteggiare nell’aria e poi… Un colpo preciso. S'inizia. Mi rilasso mentalmente; gli amici, i genitori, tutto intorno sembra sparire; siamo solo in dodici e tutte vogliamo la stessa cosa: giocare. Cerco con lo sguardo la mia compagna di squadra, c’è un’intesa meravigliosa. La mia alzata è perfetta, la sua schiacciata diventa protagonista del nostro primo punto. Passano i primi venti minuti, alzo lo sguardo, il tabellone segna 20-12, siamo nettamente in vantaggio. Tanti sacrifici, allenamenti, rinunce, gioie, dolori, tutto concentrato in una partita di appena un’ora e mezza. Il fischio finale e il nostro urlo di gioia rimbombano in tutto il palazzetto. Stanche e sudate ci dirigiamo verso gli spogliatoi, mi attacco alla bottiglia e mando giù fino all’ultima goccia d’acqua. Ora arriva il bello: due mega torte per riprenderci dalla fatica, mentre le nostre risate sostituiscono tutta la tensione iniziale.

Domani si ricomincerà, ci rivediamo in palestra alle 18:00.