(di Ludovica
Bernasconi, classe II B, Scuola Media “Garibaldi”)
Esiste un’affascinante correlazione tra la letteratura e la
matematica, ne è esempio il noto romanzo di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri
primi”.
I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se
ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati
come tutti tra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri
sospettosi e solitari. Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più
speciali, i matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi
che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un
numero pari che impedisce loro di toccarsi per davvero.
Questo libro paragona i suoi personaggi a numeri primi gemelli.
Vi sono altri esempi della fusione tra matematica e altre
discipline, come benissimo dimostrato nel film “Una magia Saracena”, che ho avuto il
piacere di vedere insieme alla mia classe, in occasione del Pigreco Day, grazie
a miei docenti dell’I.C. Primo Milazzo.
Il titolo del film deriva dal fatto che quando gli Arabi portarono
l’algebra in Europa il monaco Guglielmo di Malsbury disse di non studiare
l’algebra, perché era “una pericolosa magia saracena”.
Possiamo evidenziare lo stretto rapporto tra la matematica e la
letteratura nelle opere del sommo poeta fiorentino Dante Alighieri, considerato
il padre della lingua italiana.
La sua fama è dovuta eminentemente alla “Divina Commedia”,
universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno
dei maggiori capolavori della letteratura mondiale.
Dante non era solo un poeta e scrittore, possedeva una cultura di
tipo umanistico, scientifico e filosofico.
Il rapporto tra la numerologia e la “Divina Commedia” è evidente
in tutte le terzine. Nel suo viaggio Dante attraversa 3 differenti regni:
Inferno, Purgatorio e Paradiso; è accompagnato da 3 diverse guide: Virgilio,
Beatrice e San Bernardo. L’inferno è diviso in 9 cerchi; qui Dante attraversa 3
fiumi. Lucifero ha 3 facce. Si arriva al Purgatorio alla cui porta si accede
dopo 3 scalini. Questo regno è formato da 7 cornici, che rappresentano i 7
peccati capitali, ma aggiungendo l’antipurgatorio e il Paradiso terrestre si
arriva a 9 zone. Infine, il Paradiso è composto da 9 cieli mobili. Quando Dante
riesce a vedere Dio, lo descrive come una grande luce di 3 cerchi concentrici
aventi 3 colori diversi. Le anime in tutti e 3 i regni sono divise in 3 gruppi.
A livello strutturale l’opera è formata da 100 canti, suddivisi in
3 cantiche secondo uno schema: 1 + 33 + 33 + 33.
Un eccellente scrittore statunitense, Dan Brown, è l’autore del
thriller ”Inferno” che trae ispirazione, appunto, dall’Inferno dantesco.
Non ho letto il libro, ma sono rimasta stregata dall’omonimo film
di Ron Howard.
Anche l’attore Roberto Benigni, comico, regista e sceneggiatore
italiano, evidentemente è rimasto folgorato da Dante; è impegnato come lettore,
interprete a memoria e commentatore della “Divina Commedia”, per la cui
diffusione è stato candidato al premio Nobel per la letteratura 2007.
Ha riscosso enorme successo il suo spettacolo teatrale “Tutto Dante” avente come momento centrale l’esegesi dell’opera.
Ritengo sia utile, fin dalle scuole medie, valorizzare la
tradizione culturale italiana, promuovere l’interesse per lo studio e
l’approfondimento dell’opera dantesca.
È inoltre importante riaffermare la centralità della figura di
Dante come una delle massime espressioni vive e operanti nella civiltà europea
e occidentale e, perché no, riconoscere la complementarietà di due discipline
apparentemente diverse e distanti come la letteratura e la matematica, come
spiega Bruno D’Amore, uno dei massimi esperti mondiali in didattica della
matematica, nel suo libro: “Dante e la matematica”.