In passato la più
tipica forma di governo era la monarchia; questa si affermò non solo dal punto
di vista egemonico ma anche da quello sociale. Allo stesso modo, oggi il web si
trova al “comando” delle cosiddette società virtuali e risponde a determinati
bisogni che spesso l’uomo singolarmente non sa soddisfare. Come lo Zeus
Panopticon che, in base al racconto mitologico, era colui che sapeva in ogni momento
dove si trovava nel mondo, così anche i mezzi informatici rischiano di
controllare la nostra vita in ogni momento e la nostra conoscenza. Il mondo
virtuale, infatti, agevola i contatti di cui ogni uomo necessita e la libera
circolazione delle notizie, ma nasconde il pericolo di una falsa conoscenza. Ognuno
di noi può trovare conferma alle proprie idee, attraverso il “confronto
informatico”, ma dovrà esercitare una capacità di giudizio nel selezionare le
informazioni presenti nel web, richiamandosi all’esperienza e all’insegnamento
degli adulti.
Infatti, ci si può
imbattere in notizie non del tutto veritiere, che non vengono filtrate e
opportunamente corrette, poiché chiunque ha la possibilità di divulgarle; dunque,
navigando in rete, ci si può spesso imbattere in tranelli ingannevoli, le
cosiddette ‘bufale’, scritte per ricevere un po’ di notorietà o semplicemente
per spostare l’attenzione su argomenti futili e privi di esattezza. Bisogna, dunque,
saper riconoscere le informazioni che presentano un fondo di verità.
La realtà è davvero
frutto del mondo virtuale? L’intero cosmo non ruota solo attorno all’irrealtà
multimediale, ma fa riferimento anche e soprattutto al concreto vivere comune.
Lascio a voi lettori
il mio quesito: Il virtuale è reale o il reale è virtuale?