(di Denise Ruggeri, II C
scientifico)
«Papà?» dissi
entrando.
«Sì, Elizabeth?»
rispose alzando gli occhi dalla scrivania e accogliendomi sorridente.
«Cos’è per te la
bellezza?» lo guardai fisso e con tutta la serietà che potessi esprimere.
Mi guardò divertito e
rispose con un’aria tale che persino un neonato avrebbe notato il suo
disinteresse.
«Beh, è una bella
domanda. Proprio una bella domanda.
Uhm, non ne ho idea.
E tu, invece, sai cos’è la bellezza?»
«Non credo; ho le
idee confuse, per questo ho chiesto a te».
«Hai provato a
cercare su internet?».
«No, certo che no! Mi
servono risposte di gente vera!»
«Stai comunque
chiedendo alla persona sbagliata. Prova a chiedere a mamma, magari lei lo sa»
concluse in men che non si dica, più disinteressato che mai.
Sospirai affranta e
tornai in camera mia. Mi distesi a cuor pesante sul letto e mi misi a guardare
il soffitto, senza osservarlo davvero, persa com’ero tra i miei pensieri, che
non andavano da nessuna parte. Di certo da sola non sarei riuscita a svelare il
tabù della bellezza, mi serviva l’aiuto di qualcun altro. Ero pronta, perfino,
a seguire il consiglio di mio padre e fare ricerche online.
D’un tratto sentii il
rumore delle chiavi di casa che sbloccavano la serratura della porta d’ingresso
e le mie speranze tornarono a confortarmi.
Gli adulti non erano
chiari, non restava che provare con un giovane diciassettenne.
(continua)