(di Luana
Palumbo - classe IIIB Scuola media “Garibaldi”)
-Perché l'hai
fatto?-disse.
-Giuly, era infetta...non potevamo lasciare che infettasse tutta la città!-
-Era nostra figlia...-
-Lo so...lo so..., credi che non mi dispiaccia?-
-A guardarti non mi sembra.-
Giulia era inginocchiata davanti alla tomba di Miriam, sua figlia, aveva gli occhi rossi e gonfi, colmi di lacrime.
-Era la cosa giusta da fare - le disse John, mettendole una mano sulla spalla e aiutandola ad alzarsi.
-Era ancora piccola, non posso credere che (singhiozzo) che...-
Silenzio
Giulia si sentì sprofondare in un abisso di terrore, le tremavano le gambe, non riusciva a stare in piedi... Si sentì debole, le girava la testa, chiuse gli occhi e svenne.
-Giuly, era infetta...non potevamo lasciare che infettasse tutta la città!-
-Era nostra figlia...-
-Lo so...lo so..., credi che non mi dispiaccia?-
-A guardarti non mi sembra.-
Giulia era inginocchiata davanti alla tomba di Miriam, sua figlia, aveva gli occhi rossi e gonfi, colmi di lacrime.
-Era la cosa giusta da fare - le disse John, mettendole una mano sulla spalla e aiutandola ad alzarsi.
-Era ancora piccola, non posso credere che (singhiozzo) che...-
Silenzio
Giulia si sentì sprofondare in un abisso di terrore, le tremavano le gambe, non riusciva a stare in piedi... Si sentì debole, le girava la testa, chiuse gli occhi e svenne.
Era lì, piccola e
allegra che correva, nel prato fiorito del suo giardino di casa.
A Giulia venne voglia di correre ad abbracciare Miriam, di dirle che nulla di male le sarebbe successo, ma sapeva bene che non sarebbe stato così.
Miriam aveva appena compiuto sei anni, era dolce e sempre allegra, aveva capelli neri come l'inchiostro, ereditati dalla madre, e bellissimi occhi nocciola, presi dal padre.
Ad un tratto, la visione di Miriam svanì e al suo posto ci fu una bambina con la testa bassa, che indossava un pigiamino bianco, sporco di macchie nere, e fissava qualcosa sotto di lei. La bambina alzò lo sguardo. I suoi occhi non mostravano tracce di bianco, solo pupille, il suo sorriso era immenso e dal naso le usciva sangue... nero.
Giulia ebbe un colpo. La bambina era Miriam.
La creatura la continuava a fissare con quei suoi occhi neri. Occhi di rabbia, tristezza e… vendetta.
Giulia iniziò a correre.
Corse più veloce che mai fino ad arrivare al bordo di qualcosa...
Si girò.
Miriam era dietro di lei.
La continuava a fissare.
Giulia cercò di non guardarla, stava sudando, le tremava tutto il corpo, era come se si fosse congelata.
Non riusciva a muoversi.
La bambina la afferrò con le sue mani lisce e fredde e la scaraventò giù dal bordo.
Giulia urlò.
Sprofondò nel buio più totale...
A Giulia venne voglia di correre ad abbracciare Miriam, di dirle che nulla di male le sarebbe successo, ma sapeva bene che non sarebbe stato così.
Miriam aveva appena compiuto sei anni, era dolce e sempre allegra, aveva capelli neri come l'inchiostro, ereditati dalla madre, e bellissimi occhi nocciola, presi dal padre.
Ad un tratto, la visione di Miriam svanì e al suo posto ci fu una bambina con la testa bassa, che indossava un pigiamino bianco, sporco di macchie nere, e fissava qualcosa sotto di lei. La bambina alzò lo sguardo. I suoi occhi non mostravano tracce di bianco, solo pupille, il suo sorriso era immenso e dal naso le usciva sangue... nero.
Giulia ebbe un colpo. La bambina era Miriam.
La creatura la continuava a fissare con quei suoi occhi neri. Occhi di rabbia, tristezza e… vendetta.
Giulia iniziò a correre.
Corse più veloce che mai fino ad arrivare al bordo di qualcosa...
Si girò.
Miriam era dietro di lei.
La continuava a fissare.
Giulia cercò di non guardarla, stava sudando, le tremava tutto il corpo, era come se si fosse congelata.
Non riusciva a muoversi.
La bambina la afferrò con le sue mani lisce e fredde e la scaraventò giù dal bordo.
Giulia urlò.
Sprofondò nel buio più totale...