(di Denise Ruggeri, II C
scientifico)
Aprii gli occhi e
notai che eravamo in una specie di piazzetta. Non c’era nessuno nei paraggi, ma
il posto non sembrava triste. Al centro presenziava una grande fontana, ormai
non funzionante, varie panchine sbilenche erano sparse qua e là e il tutto era
circondato da vecchie casette disabitate.
«Che ci facciamo
qua?» chiesi con tutt’altro che dispiacere.
«Voglio continuare il
gioco» sorrise.
«Ora vorrei che tu ti
fermassi qui, proprio davanti a questa stamberga, la osservassi e mi dicessi di
che colore è».
Fissai prima lui, poi
l’oggetto in questione.
Al primo sguardo non
sembrava proprio un incanto: il tetto era sfondato; le crepe nel muro, fatto di
mattoni rossi, erano ben evidenti e ricoprivano tutto l’esterno
dell’abitazione; il legno delle finestre era completamente andato; la porta
d’ingresso sfasciata e con essa anche le ringhiere dei balconi.
Nulla dava l’idea che
in quella casa ci fosse qualcosa di buono.
«E’ vecchia e brutta,
che colore può mai avere?» dissi rivolta verso mio fratello.
«Beth, non mi vorrai
mica dire che sei quel tipo di persona che si ferma alle apparenze, vero?
Avanti, guarda meglio» mi incitò.
«Va bene».
Pensai al pesco,
ormai vecchio e solo, mentre guardavo la casa, e mi resi conto che Luca aveva
ragione: non ci si deve fermare alle apparenze.
All’inizio non mi
disse nulla, ma mi misi ad osservarla meglio. Era vecchia, sì, ma capii che non
era affatto brutta, almeno per me.
Guardandola, pensai a
come potesse essere un tempo: chissà quante ne aveva passate, quante persone
avrà ospitato, quanti bambini avrà visto giocare a palla!
Sorrido vedendo nella
mente bimbi che si rincorrono, girano attorno alla fontana piena di vita e si
sporcano con il terriccio della strada, mentre le mamme li richiamano e i nonni
stanno a guardare, seduti sulle panchine, con sguardi divertiti. Vedo i fili
stesi con il bucato lavato a mano, sento la musica che fa ballare l’intera
piazza. E poi, di notte, la calma e la serenità riempiva i cuori.
Questo, deve aver
visto. Quella vecchia casa ha vissuto tutto ciò e sono riuscita a provarlo, ed
è stato così bello.
«Blu» dissi infine
sorridente.
«E’ blu, ed è davvero
bella» continuai.
(continua)