(di Denise Ruggeri, II C
scientifico)
Restammo con quel
giovane artista per un po’, stando semplicemente lì ad ascoltare ciò che aveva
da dire, e quando ci rendemmo conto di che ora fosse, andammo in tutta fretta
verso casa.
Una volta arrivati,
Luca mi fece fermare proprio davanti alla porta.
«Beh, sorellina,
spero che questo piccolo viaggio ti sia piaciuto» disse accennando un sorriso.
«Sì, grazie di avermi
dato ascolto».
«Non c’è di che» fece
un cenno con il capo e fece per andarsene.
Confusa, lo fermai.
«Dove stai andando?
Mi devi ancora una risposta ufficiale. Cos’è la bellezza?» chiesi per l’ultima
volta.
Sorrise a 32 denti,
quell’enorme sorriso che a volte faceva quando ero piccola, per rassicurarmi
che nell’armadio non ci fossero mostri cattivi.
«Elizabeth, la
bellezza sta in noi stessi, in ciò che proviamo, che sentiamo. Sta nelle
emozioni, belle o brutte che siano. La bellezza è soggettività, pura idea
personale.
Non esistono canoni.
Non esistono limiti
alla bellezza.
Non esiste nemmeno
una ricetta, per la bellezza.
Ha mille volti, mille
sfaccettature, mille modi di essere.
Parte tutto da noi, è
una sensazione naturale e innata che nasce nel cuore. Lui sa riconoscere la
purezza, sa farci vedere la bellezza e noi tutti dobbiamo seguirlo. Non pensare
che sia una cosa banale come l’aspetto esteriore. Viene da dentro.
Elizabeth, anche se
la gente ha idee diverse su cosa sia la bellezza, la tua domanda ha una sola
risposta. Ognuno di noi prova cose uniche ed ha un diverso cuore a
suggerirgliele.
Un prato, una
lettera, uno stormo di uccelli in volo, un fiore, un’opera d’arte …
Se ti fa provare qualcosa, è bello,
significativo.
La bellezza è ciò che
senti, ed è unico. Ogni bellezza è unica» sorrise un’ultima volta.
«Ora devo andare»
disse dandomi un tenero bacio sulla fronte, «Ma ricorda che non sei mai sola»
continuò poi.
Mi lasciò lì,
sull’uscio, con le lacrime agli occhi e i dubbi chiariti, mentre lo vedevo
scomparire davanti a me.
(continua)