IL MIO ANGELO DELLA BELLEZZA (parte ottava)

(di Denise Ruggeri, II C scientifico)
Restammo con quel giovane artista per un po’, stando semplicemente lì ad ascoltare ciò che aveva da dire, e quando ci rendemmo conto di che ora fosse, andammo in tutta fretta verso casa.
Una volta arrivati, Luca mi fece fermare proprio davanti alla porta.
«Beh, sorellina, spero che questo piccolo viaggio ti sia piaciuto» disse accennando un sorriso.
«Sì, grazie di avermi dato ascolto».
«Non c’è di che» fece un cenno con il capo e fece per andarsene.
Confusa, lo fermai.
«Dove stai andando? Mi devi ancora una risposta ufficiale. Cos’è la bellezza?» chiesi per l’ultima volta.
Sorrise a 32 denti, quell’enorme sorriso che a volte faceva quando ero piccola, per rassicurarmi che nell’armadio non ci fossero mostri cattivi.
«Elizabeth, la bellezza sta in noi stessi, in ciò che proviamo, che sentiamo. Sta nelle emozioni, belle o brutte che siano. La bellezza è soggettività, pura idea personale.
Non esistono canoni.
Non esistono limiti alla bellezza.
Non esiste nemmeno una ricetta, per la bellezza.
Ha mille volti, mille sfaccettature, mille modi di essere.
Parte tutto da noi, è una sensazione naturale e innata che nasce nel cuore. Lui sa riconoscere la purezza, sa farci vedere la bellezza e noi tutti dobbiamo seguirlo. Non pensare che sia una cosa banale come l’aspetto esteriore. Viene da dentro.
Elizabeth, anche se la gente ha idee diverse su cosa sia la bellezza, la tua domanda ha una sola risposta. Ognuno di noi prova cose uniche ed ha un diverso cuore a suggerirgliele.
Un prato, una lettera, uno stormo di uccelli in volo, un fiore, un’opera d’arte …
 Se ti fa provare qualcosa, è bello, significativo.
La bellezza è ciò che senti, ed è unico. Ogni bellezza è unica» sorrise un’ultima volta.
«Ora devo andare» disse dandomi un tenero bacio sulla fronte, «Ma ricorda che non sei mai sola» continuò poi.
Mi lasciò lì, sull’uscio, con le lacrime agli occhi e i dubbi chiariti, mentre lo vedevo scomparire davanti a me.
(continua)