(di Marina Maimone, classe IV C Liceo
Scientifico)
Scolpita nella roccia rossa oltre duemila anni
fa, una carovana di dromedari a grandezza naturale è stata scoperta nella
provincia di Al Jawf, nel Nord-Ovest dell’Arabia Saudita.
Ad individuare i bassorilievi, descritti nella
rivista “Antiquity”, è stato un gruppo di archeologi del Consiglio Nazionale
delle Ricerche francese e della Commissione per il Turismo e il patrimonio
nazionale saudita.
Il luogo del ritrovamento, battezzato Camel
Site, è stato esplorato nel 2016 e nel 2017, diventando una delle più
importanti testimonianze dell’arte rupestre saudita e un tassello fondamentale
nello studio della sua evoluzione.
Le sculture sono state eseguite a bassorilievo
su tre speroni rocciosi e raffigurano animali a grandezza naturale. Tra queste
alcune sono rimaste incomplete, mentre altre sono state in parte danneggiate
dall’erosione. I ricercatori, tuttavia, sono stati in grado di identificare una
decina di rilievi che rappresentano dromedari ed equidi. Si tratta di
raffigurazioni spesso presenti nella regione, ma una scena in particolare
rappresenta un unicum di inestimabile valore artistico: un dromedario insieme
ad un asino, animale per lo più assente nell’arte rupestre.
È probabile che il Camel Site, per la sua
posizione nel deserto e per la vicinanza alle rotte carovaniere, fosse un luogo
di sosta o di culto.
Nonostante la datazione del sito sia difficile da determinare, il confronto con un rilievo del sito archeologico di Petra, in Giordania, porta i ricercatori a ritenere che le sculture siano state terminate negli ultimi secoli prima della nascita di Cristo.