Laura
Bassi (IIC Scientifico)
(vignetta
di Francesco Gitto, II C Scientifico)
Nel mondo c’è tanta, troppa, gente che soffre e muore a causa di
carenza d'acqua. La chiamano oro blu ed è sempre stata desiderata da piccole
comunità o interi popoli nel corso del tempo tanto che la Pioggia fu nei secoli
una vera e propria divinità, adorata e temuta. Eppure, noi oggi, di fronte a
certi eventi, possiamo dire: “Maledetta pioggia!”. Il problema è qui, a due
passi dall'Istituto Superiore “G.B.
Impallomeni”, ma forse la colpa non è della natura matrigna ma della noncuranza
dell'uomo. Dopo una giornata di pioggia, o forse anche dopo qualche ora di
acquazzone, noi studenti siamo costretti ad affrontare un ostacolo fastidioso e
impossibile da aggirare. A causa della mancata manutenzione del manto stradale del
piazzale esterno dell'edificio si viene solitamente a formare un'enorme pozza
d'acqua che spesso obbliga i passanti ad inzupparsi dai piedi fino a metà
gamba. Siamo in inverno ed ora può dare ancora più fastidio.
Per una scuola bella e prestigiosa come l’I.I.S. Impallomeni, frequentata
da più di seicento studenti, con i più interessanti indirizzi che la scuola
pubblica possa offrire (Classico, Linguistico, Scientifico e Scienze Applicate), l'allagamento del piazzale principale è davvero inaccettabile.
Cosa fare? Vorremmo che gli organi competenti affrontassero e
risolvessero questo disagio, dal momento che la manutenzione ordinaria degli edifici
scolastici e delle relative aree esterne di pertinenza rientra nella competenza
dell’ente proprietario, cioè la Città Metropolitana di Messina, di cui i neoeletti
rappresentanti d'Istituto stanno sollecitando l’intervento.
È necessario rimediare. Per adesso la
manutenzione è prevista esclusivamente per quanto riguarda il verde scolastico
e, come gli anni precedenti, consisterà nel taglio dell'erba, troppo alta e anche dannosa per la salute degli studenti stessi.
Ma il fastidio
più grave, che coinvolge tutti, ovvero il dissesto dell'asfalto e l'impedito
drenaggio dell'acqua, non è stato ancora preso in considerazione dalla
Provincia, che evidentemente non naviga nell’oro ma non deve per questo rinunciare
all’indispensabile. Non vorremmo che la
sicurezza e i diritti degli studenti siano messi in secondo piano. Le scuole, da
cui usciranno i cittadini di domani, devono essere messe in condizione di funzionare al meglio e per farlo occorre sollevare da ogni disagio studenti, docenti, personale ATA, genitori e dirigenza. È necessario però che noi
studenti, principali utenti di tali strutture, ci battiamo per esortare alla
cura di quella che è per noi una seconda casa.