(di Riccardo Formica, I A Liceo Scientifico
Scienze Applicate)
Quando si è
piccoli, spesso, non si ha una visione chiara delle proprie capacità, tanto che
i giovani cambiano continuamente idea, sognando il futuro dei propri idoli,
emulando i genitori o inseguendo passioni momentanee.
Vi voglio raccontare la storia di Francesco, un bambino che il suo destino lo aveva deciso ancor prima di nascere, perché era nato con il volo nel cuore. Lui di voli ne faceva tanti, sin da piccolo, in quanto ogni estate, da Milano, tornava nella sua amata Sicilia, dove la sua numerosa famiglia lo accoglieva a braccia aperte. Al suo arrivo c’era sempre un regalo ad attenderlo, composto da un rettangolo di legno, un tubetto di colla ed un pacchetto ben incartato. Cosa conteneva? Puntualmente lo stesso regalo: l’ultimo modellino disponibile di aereo militare.
Così cominciò a coltivare la sua passione,
costruendo con pazienza la sua collezione di aerei da guerra, di cui conosceva
ogni parte meccanica ed elettronica. Anche quando giocava, rincorrendo i suoi
cugini, le sue braccia erano sempre aperte, in posizione di volo e, poiché il
suo corpo era alto e minuto, sembrava sempre sul punto di decollare.
Poi la sua famiglia decise di tornare in Sicilia, affinché Francesco potesse completare gli studi in un ambiente tranquillo. Come nelle belle favole, dopo il diploma riuscì ad entrare nell’Accademia Aeronautica; nonostante le difficoltà incontrate, superò teoria e pratica del volo, dopodiché nessuna distanza per lui fu incolmabile e si recò in America ed Inghilterra per conseguire brevetti e specializzazioni. Ed ecco fatto: in pochi anni le sue ali gli consentirono di spiccare il volo nella carriera militare, entrando a far parte della squadriglia delle Pantere Nere, durante le missioni delle forze di pace. Anche se il mondo intero sembrava andargli stretto, teneva la sua città nel cuore. Così, se all’improvviso si sentiva un tornato rompere il muro del suono, vedevi tanti suoi concittadini a testa in su, perché, chi lo conosceva, sapeva che era il suo “inchino” alla città. Un giorno, decise di sfidare se stesso, correndo sulla terraferma. Corse veloce per sentire l’aria sbattere sul suo viso, ma, poiché un ragazzo con le ali non è nato per la terra, il suo cuore prese il volo verso l’infinito, dove nessun limite avrebbe fermato la sua voglia di libertà.
Poi la sua famiglia decise di tornare in Sicilia, affinché Francesco potesse completare gli studi in un ambiente tranquillo. Come nelle belle favole, dopo il diploma riuscì ad entrare nell’Accademia Aeronautica; nonostante le difficoltà incontrate, superò teoria e pratica del volo, dopodiché nessuna distanza per lui fu incolmabile e si recò in America ed Inghilterra per conseguire brevetti e specializzazioni. Ed ecco fatto: in pochi anni le sue ali gli consentirono di spiccare il volo nella carriera militare, entrando a far parte della squadriglia delle Pantere Nere, durante le missioni delle forze di pace. Anche se il mondo intero sembrava andargli stretto, teneva la sua città nel cuore. Così, se all’improvviso si sentiva un tornato rompere il muro del suono, vedevi tanti suoi concittadini a testa in su, perché, chi lo conosceva, sapeva che era il suo “inchino” alla città. Un giorno, decise di sfidare se stesso, correndo sulla terraferma. Corse veloce per sentire l’aria sbattere sul suo viso, ma, poiché un ragazzo con le ali non è nato per la terra, il suo cuore prese il volo verso l’infinito, dove nessun limite avrebbe fermato la sua voglia di libertà.