L'IIS "G. B. Impallomeni" di Milazzo ha partecipato anche quest'anno al Concorso promosso dal CESV "Il libro siamo noi", che quest'anno ha avuto il seguente tema:"Noi costruttori di pace". Il 21 marzo, nell'aula consiliare del Comune di Patti, hanno ricevuto una menzione speciale due alunne del Liceo Scientifico: Erika Pia Marino (III B ) e Denise Ruggeri (III C ).
Riportiamo di seguito i due testi con cui hanno concorso e le relative motivazioni della menzione ricevuta.
Rispetto e umanità: le fondamenta nel cantiere della pace (di Denise Ruggeri)
Menzione per l’alunna DENISE RUGGERI III
C Scientifico “G.B. Impallomeni” di Milazzo
Riportiamo di seguito i due testi con cui hanno concorso e le relative motivazioni della menzione ricevuta.
Pace (di Erika Pia Marino)
Un fiore sboccia
ed è ancora vita,
due sguardi si incontrano
ed è ancora amore,
due mani si stringono
ed è ancora pace.
Tutto è così semplice e naturale,
spetta a noi saperlo costruire.
Menzione per l’alunna ERIKA PIA MARINO III B L. Scientifico “G.B. Impallomeni” di Milazzo
La commissione del Concorso “Il Libro siamo noi”- Noi Costruttori di pace - edizione 2019- ha riconosciuto una menzione a Erika Pia Marino per la sua poesia “Pace” per la sua capacità di usare lo stile della poesia per parlare della complessa società odierna e della pace, dandoci con dolci parole il messaggio costruttivo per un mondo di pace. Anche Erika Pia Marino ci offre la sua riflessione dentro un percorso rivolto ai giovani che il CESV Messina promuove da anni.
In una società governata dal dio denaro, costruita
su sistemi fondati sulla disonestà e
l’individualismo, l’odio regna incontrastato sopra ormai troppe zone del mondo che
ancora oggi non sembrano conoscere i principi base del vivere comune.
Termini
quali misantropia, omofobia, misoginia, islamofobia, sono ormai all’ordine del
giorno e rappresentano una realtà purtroppo sempre più vicina.
E
alla base di ognuno, vi è l’odio.
Trovo
sconfortante e deludente il fatto che in una società presumibilmente progredita
ed evoluta, come quella in cui viviamo, esista ancora l’idea della
classificazione dell’uomo in base al sesso, alla religione o all’orientamento
sessuale ed è ancor più inconcepibile e terrificante l’esistenza stessa di
espressioni artificiali volte ad esprimere l’odio, l’avversione, il disprezzo o
l’ostilità verso un altro essere umano.
Ma
il problema non riguarda solo l’idea dell’odio; alla base dell’instabilità sociale
creata dal disprezzo verso chicchessia, vi è la non tolleranza verso l’opinione
altrui.
A
questo proposito, la nostra stessa costituzione- quel pezzo di carta per cui i
nostri avi hanno tanto lottato- recita: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero
con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (…)”.
L’Uomo ha la capacità di ascoltare, raccogliere
informazioni, elaborarle e formulare un pensiero proprio.
In questo siamo tutti uguali ed essere messi
sullo stesso piano ci rende liberi.
Ciò che ci differenzia tra noi, però, oltre al
disparato metodo di elaborazione e ragionamento, è il nostro atteggiamento di
fronte al diverso. C’è chi non lo
ammette come normale o addirittura possibile, chi non lo accetta per arroganza
o semplicemente per paura. È proprio la paura, infatti, ciò che spesso consegue
l’odio. Il timore che qualcosa di sconosciuto e incomprensibile che non rientra
del tutto nella nostra unica e testarda concezione delle cose e del mondo possa
in qualche modo destabilizzare la nostra realtà, tende a farci chiudere in noi
stessi e a voler evitare qualsiasi contatto con quella parte di popolazione a
noi ignota. Per i più, tra cui anche me, l’ignoto può sembrare spaventoso, ma
quella di tapparsi le orecchie e non voler sentire non è altro che una sorta di
scudo per salvaguardare se stessi; si sa, però, che la miglior difesa è
l’attacco. Molti, infatti, si ritrovano ad assumere atteggiamenti repulsivi e
violenti verso chi, in fondo, non ha che la colpa di essere semplicemente se
stesso.
Sono dunque il
coraggio e la tolleranza i capisaldi di una comunità, ma, di importanza ancora
più grande, è il Rispetto.
«La vera civiltà è quando ciascun
uomo dà a ciascun altro ogni diritto che pretende per se stesso» disse il politico e scrittore statunitense Robert Green
Ingersoll. È infatti il reciproco
rispetto per i diritti e le dignità degli altri ad assicurare la stabilità e la
pace in un gruppo di persone.
Fortunatamente,
in contrapposizione al decadimento della società dovuto anche alla mancanza di
sensibilità ed empatia, vi sono individui (ed intere organizzazioni) pronti a
prendersi cura degli altri e ad assistere chiunque ne abbia bisogno.
A
parer mio, è proprio questo ciò di cui tutti, nel profondo, necessitano:
qualcuno che li aiuti.
Se
tutti ci aiutassimo a vicenda, non c’è alcun dubbio che vivremmo in un posto
migliore.
Il
rispetto è il principio della convivenza, la collaborazione porta a risultati
ancor più gratificanti, e la comprensione e l’assistenza sono sinonimi di umanità.
Se
ci sarà anche una sola persona pronta a dare se stesso per gli altri, ad
aiutare il prossimo, allora l’umanità non sarà vinta. L’uomo non perderà la sua
integrità né tantomeno l’unica cosa che lo distingue dai comuni animali: la
ragione. Mi rifiuto anche solo di pensare all’idea di un mondo totalmente
immerso nel caos, fatto di uomini soli e cuori vuoti.
Fin
quando avrò vita farò di tutto per impedirlo, e al contempo confido nei miei
discendenti nella speranza che facciano lo stesso. Ma so che anch’io, come
tutti, ho il dovere di fare la mia parte. Voglio e devo lasciare questo mondo
migliore di come l’ho trovato, che sia per aver semplicemente migliorato la
giornata a qualcuno o per aver riformato un intero paese. Perché so che è
questo ciò che serve, per tutti.
Siamo
ciò che siamo e diventeremo ciò che vogliamo.
Siamo
noi gli artefici del nostro futuro e mi rifiuto di sprecare l’unica opportunità
che ho di contribuire a qualcosa di più grande del semplice ed individuale
desiderio egoistico e del tutto inappagante di avere un buon lavoro, una
famiglia perfetta e una bella casa.
Lotterò
per questo, ma anche per molto altro ancora. Perché la pace va costruita
insieme.
E
se ci riuscirò anche solo in parte, sarò felice nella consapevolezza di
lasciare i miei amici, i miei figli o i miei conterranei in un posto migliore,
nei limiti delle mie forze.
La
commissione del Concorso “Il Libro siamo noi”-
Noi Costruttori di pace - edizione 2019- ha riconosciuto una
menzione a Denise Ruggeri per il suo lavoro “Rispetto e Umanità: le fondamenta nel
cantiere della pace”, in cui la studentessa affronta temi legati alla
complessità della società contemporanea entrando nel vivo della necessità di
costruire un mondo migliore e di pace. Con spirito d’analisi e lanciando il
messaggio di operare per costruire pace e uguaglianza, Denise Ruggeri ci offre
la sua riflessione dentro un percorso rivolto ai giovani che il CESV Messina promuove
da anni.