Ecco il testo che si è classificato al terzo posto al Premio "Legalità è.....libertà". Autrice è Giulia Bevacqua, della classe III A Liceo Scientifico Scienze Applicate.
Viviamo in un paese in cui le leggi sono numerose e molte di
esse sono violate, perseguire la legalità come rispetto di esse è fondamentale.
La legalità non è un concetto astratto, essa si concretizza
attraverso delle leggi che garantiscono l’ordine sociale e non solo, ma anche
attraverso il mantenimento di valori che caratterizzano la vita di ogni giorno
per una convivenza civile.
L’esempio del giudice Rosario Livatino deve farci riflettere.
Egli viene definito “un semplice cristiano, un combattente disarmato, un
martire ragazzino”, ma lo stesso padre fa notare che il figlio, definito dalle
testate giornalistiche “eroe”, per lui non lo è; lui è il suo giovane figlio
che ha fatto il suo dovere con modestia. Ma se oggi compiere il proprio dovere
significa essere eroe allora lui lo è, Rosario Livatino è un eroe, testimone
leale con la propria vita, aperto al dialogo, fermo e coraggioso.
Io credo che gli uomini debbano essere educati alla legalità,
combattendo ogni forma di sopruso facendo vivere le leggi come opportunità e
non come limite.
La scuola da sempre offre sotto questo punto di vista una
grande opportunità, perché è il primo luogo dove tutti noi, dopo la famiglia,
dobbiamo confrontarci con gli altri, dove bisogna rispettare delle regole e
avere una precisa condotta. Purtroppo i principi della legalità non sempre
riescono ad entrare nella coscienza individuale e più ancora collettiva. A
volte l’incertezza della paura e la mancanza di fiducia nelle istituzioni
preposte porta le comunità e l’individuo alla trasgressione, o peggio ancora,
alla giustificazione di un sistema malato e corrotto. Dobbiamo capire invece
che la legalità è necessaria, senza di essa vivremo allo stato brado, dove chi
è più forte regna e chi è più debole soccombe.
Apriamo gli occhi e cerchiamo di capire che le regole sono
fatte unicamente per il nostro bene.