Il progetto I-PeerSbullo contro
il bullismo, rivolto alle classi prime e seconde è stato portato a termine anche quest’anno e si è
occupato, particolarmente in questo periodo, di sensibilizzare al problema del cyberbullismo (molestie ripetute che corrono sulla rete,
attraverso invio di foto, messaggi, video con l’intento di offendere o
denigrare). Il fenomeno si è particolarmente diffuso durante la pandemia, che
ci ha costretto ad usare spesso i media, soprattutto durante il lockdown.
Per questo, noi peer educators ci stiamo impegnando ad approfondire questa tematica, in modo tale da poter consigliare ai nostri compagni come approcciarsi a questo fenomeno, sia in quanto vittima che da spettatore. Bisogna far capire al bullo che le parole che dice o i gesti che compie non sono da sottovalutare, ma, anzi, posso causare gravi conseguenze sia fisiche che mentali alla vittima.
È importante parlare di
bullismo, soprattutto in questo periodo, in cui i ragazzi affrontano una fase
della loro vita molto importante e in cui cercano di capire chi sono e cosa
vogliono essere. Inoltre, a causa di altri problemi sociali apportati dalla
pandemia, comportamenti demolitori da parte di persone della stessa età
potrebbero distruggere completamente la stabilità emotiva della vittima.
Ed è per questo che consigliamo a
tutti gli alunni di parlare e chiedere
aiuto a qualcuno, soprattutto ad un adulto, se si viene a conoscenza di
qualche atto di bullismo da parte di uno studente, per limitare il più
possibile questo fenomeno ed evitare le conseguenze più tragiche.
Lottiamo insieme contro il bullismo per rendere la scuola un posto più sicuro; non schieriamoci dalla parte dei “forti”, ma dalla parte di chi ha bisogno d'aiuto.
La violenza non è forza ma
debolezza!
(Miriam Miraglia e
Angelo Acceta, 2 C LS)