Venerdì 5 maggio, nell’ Auditorium del Liceo “G.B. Impallomeni”, guidato dalla Dott.ssa Francesca Currò, si è svolta la IX edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. Un evento nato, nove anni fa, da un’intuizione del professor Rocco Schembra, docente di Greco e Latino del liceo Gulli e Pennisi di Acireale, e al quale partecipano centinaia di licei italiani e, per la prima volta quest’anno, anche nove licei stranieri. Un’occasione per celebrare ed esaltare la cultura classica, che vive nei secoli e ci regala sempre una nuova lezione per il presente, ma anche un momento di condivisione e grande entusiasmo per gli studenti che, dopo i lunghi e laboriosi preparativi che precedono l’evento, sono felici per il modo alternativo e innovativo di “fare scuola” e di trasmettere i contenuti. Talento, passione, versatilità e tanta voglia di fare uniscono gli studenti nell’ideale di promozione e difesa del mondo classico. All’Impallomeni è stato messo in scena “Il mito di Orfeo: il canto e la musica risuonano in eterno”. Ὀρφεύς, il suonatore di cetra, figlio della musa Calliope e di Eagro, re della Tracia, rappresenta la capacità della musica, della poesia e dell’arte di rasserenare, di persuadere e di ammaliare, attirando a sé anche esseri animati e inanimati. Con la sua cetra, il cantore scende negli Inferi, ammansisce Cerbero e impietosisce le Furie, per riportare in vita la moglie Euridice, ma uno sbaglio imperdonabile farà per sempre sparire l’amata e Orfeo, giunto nuovamente sulla terra in preda al dolore e alla follia, sarà fatto a pezzi dalle Baccanti. Ma iI suoi resti sopravvivono, la sua testa risuona all’infinito, grazie alla corrente del fiume Ebro, che la farà approdare fino all’isola di Lesbo, la patria di Saffo e Alceo, quindi della poesia lirica.
Gli studenti hanno rappresentato diverse scene del mito, proponendo anche varie reinterpretazioni e adattamenti di vari autori del mondo antico e di scrittori del Novecento. Lo spettacolo si è aperto sulle note di una famosa aria dell’opera lirica di Gluck “Che farò senza Euridice”, esempio lampante di come il mito riviva anche nella musica. È seguita, poi, la rappresentazione dell’incontro tra Orfeo e le Sirene, accompagnata dalla lettura dei versi in greco di Apollonio Rodio, della morte di Euridice, con i versi delle “Georgiche” di Virgilio, della discesa di Orfeo nell’Ade, raccontata in modo struggente dai versi in latino della “Metamorfosi” di Ovidio.
È stata poi la volta della sceneggiatura originale della IV A classico: sulla scena lo scalpore degli abitanti dell’isola di Lesbo, quando la testa del cantore tocca le sue sponde. Successivamente ci si è spostati nel Novecento, riprendendo i “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese. Anche con la danza è stato possibile viaggiare negli arcani del mito, sulle note di Vecchioni con il brano “Euridice”. La serata si è conclusa ricordando alcuni degli scrittori che, a distanza di secoli, parlano ancora di Orfeo: Jean Cocteau, Jean Anouilh, Tennessee Williams, Hilda Doolittle. Queste voci dal passato e le belle pagine di letteratura hanno contribuito ancora una volta a rendere eterna la poesia, diventando l'eco della vita di Orfeo, che riecheggia ancora attraverso i secoli. È stato inoltre realizzato, dalla I A classico, un piccolo banchetto imbandito con cibi tipici della tradizione greca e romana. L’organizzazione dell’evento ha coinvolto tutti gli studenti come attori, scenografi, coreografi, musicisti, sceneggiatori e truccatori.
Lunga vita al Liceo Classico!